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"sigarette" (40)

Cédric (37 anni)
Nazionalità Svizerro
31 agosto 2021

Ciao a tutti. Ho 46 anni, ho iniziato a fumare a 17 anni (per divertimento) e ho smesso a mezzanotte dell'ultima giornata mondiale senza tabacco. 29 anni di fumo, quarto giorno per smettere. 4 giorni rispetto a 29 anni, sono circa 300 metri rispetto alla distanza Bordeaux-Parigi. Si potrebbe anche dire che sto viaggiando sul dorso di una lumaca e che non sono ancora arrivato. 4 giorni sono davvero insignificanti. Ma da una parte batte tutti i miei precedenti record e dall'altra comincio già a capire perché ho potuto passare 29 anni a fumare, e a credere di essere felice di fumare. Le sigarette sono una strega mistificante che è una formidabile esperta di illusioni. L'illusione che sia indispensabile per i bei tempi e che sarebbero meno belli senza di essa. L'illusione perfetta che lenisce. L'illusione che sia un'amica che accompagna e aiuta. O quella, tra le più terribili, che il fumo è una cura per la noia. È all'inizio di Les Fleurs du Mal: farebbe volentieri della terra un relitto, e in uno sbadiglio inghiottirebbe il mondo: è la noia. Probabilmente ho fumato decine di migliaia di sigarette per sfuggire o ingannare la mia noia. Le sigarette sono diaboliche nel senso che anche se la mia ragione mi permette di essere pienamente consapevole che sono solo una somma di illusioni ineluttabilmente distruttive, mi mancano ancora terribilmente. Già. Non sono mai riuscito a fermarmi per più di un giorno, perché ho sempre cercato in tutti i modi, soprattutto per compiacere qualcun altro che me stesso. Così sono riuscito per qualche giorno o anche qualche settimana a passare da 20 o 25 al giorno a meno di 5, dicendomi che poi avrei smesso più facilmente, e soprattutto più tardi, ovviamente più tardi. Ma questa strategia, almeno per me, era destinata a fallire: non affrontava le mistificazioni essenziali del mio fumo. Al contrario, li ha mantenuti, poiché ho riservato il tabacco per i momenti giusti. La strega aveva il sopravvento e io ero convinto che le sigarette aumentavano il mio piacere di dieci volte, il che mi condannava ad abusarne ancora a breve o a lungo termine. Ma questa volta ne faccio una questione personale. Ciò che mi aiuta notevolmente è ovviamente il cerotto, ma anche tutto il sostegno che trovo (famiglia e internet). È anche il ricordo che ho di alcune foto terribili del cancro alla bocca e alla gola. È anche il fatto che il fumo è ormai vietato nei luoghi pubblici: questa eliminazione di un'infinità di fonti di tentazione è un aiuto particolarmente prezioso. E poi ci sono i soldi. Spendere più di 150 al mese per questo è uno spreco indecente di denaro oggi, non è vero? In realtà, il vero lavoro per me è riuscire a mettere in discussione la mia concezione del piacere, dei piaceri, ridefinire e adottare un nuovo sistema di valori e di conseguenza di azioni, all'interno del quale le sigarette non avranno più posto. E' già molto dura per me, solo quattro giorni dopo aver smesso, e anche se mi ero preparato per diverse settimane prima di smettere entrando in un club di Karate, riprendendo un'attività regolare, e facendo una piccola dieta per modificare il mio rapporto con l'eccesso (e ritrovare quella figura misteriosamente affascinante che aveva stregato la mia futura moglie verso la fine del secolo scorso). Per il momento, è l'idea di passare attraverso l'umiliazione di perdere di nuovo contro la strega che mi sta trattenendo dal ricadere. Ma devo reimparare quasi tutto, rivivere un sacco di prime volte: la prima volta che bevo senza fumare. La prima volta che ho amici a casa senza fumare. È la prima volta che vado al lavoro senza fumare, e che lascio il lavoro senza fumare. Primo stress, prima serata in terrazza, prima passeggiata, ecc. È quasi un'altra vita, che so essere più intelligente, più epicurea, più sana e in definitiva più piacevole. Ma temo di aver visto solo una minima parte di tutte le trappole che la strega è capace di mettere in atto per riconquistarmi. E se non si arrendesse mai?
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Alessandro (56 anni)
Nazionalità italiana
05 novembre 2023

Pensavo che non fosse possibile liberarsi dal fumo di sigaretta la quale era una forma di relax irrinunciabile, avevo in effetti cominciato a 18 anni in IV° Liceo anni parliamo di 8-10 pacchetti all'anno in determinate occasioni, discoteca, cene fuori e vacanze e fu sotto tesi di Laurea (24 anni)che presi davvero il vizio. Fino ai 30 anni ero sotto le 5-6 sigarette al giorno il "pacchetto da 10" durava 2 a volte anche 3 giorni senza impegni serali poi il boom e mi ritrovai con un pacchetto di bionde al dì sul groppone! Dissi OK ora basta ma nulla da fare i tre stop di qualche settimana tra i 31 e i 32 anni non fecero che aumentare a 24-26 tizzoni quando riprendevo e allora cambiai marca, più forti e cattive e per 7/8 anni sembrò funzionare ero tornato al "pacchetto da dieci" e dopo un altro paio di tentativi sempre di qualche settimana con quello arrivai ai 42° compleanno. Smisi per la quinta volta per circa un mese ma quando ripresi passai al pacchetto, lessi libri, novelle e pareri ma rimanevo sempre sulle 20 anche 25 sigarette al di (magari fumate mezze ) ma sempre tante erano. nel 2017 era tempo di raccolta olive intorno casa e mentre ero intento a rastrellare gli apici dei rami mi accorsi di aver finito le sigarette dissi OK appena arrivano gli amici vado a prenderle e misi in bocca un rametto di Olivo tagliato con le cesoie della lunghezza e dimensioni di una bionda, Arrivarono gli altri a darmi ma forte avevo il mio rametto e senza accorgermene terminai la giornata. Alle 23,15 di quel 13 febbraio ebbi una crisi di astinenza scesi in giardino tagliai un altro tronchetto e dissi tra me e me le compro domattina tanto devo andare a Roma. In effetti alle 6.30 passai innanzi all'hotel sulla statale ma non mi fermai a comperare il pacchetto e non fumai tutto il giorno. Trascorse una settimana con quel pagliativo in bocca dal sapore neanche poi tanto oleoso, poi una settimana, due, tre e quattro ed eccomi arrivare al pronto soccorso con una gastrite quando uscii volevo comprare le sigarette e invece scattò una sorta di meccanismo alla Forrest Gump : "un mese senza fumare chissà se arrivo a due?" Un amico medico poi mi consigliò di prendere un blando miorilassante due o tre gocce prima di dormire e da 2 mesi arrivai senza rendermene conto a 6 e lì ho affrontato per la prima volta il mostro! La crisi che ti fa ricominciare fu fortissima ma vinsero Forrest, il tronchetto d'olivo e il miorilassante. Ogni tanto il mostro si fa vivo ma sono arrivato senza fatica a sei anni e mezzo e quando arriva la voglia (per fortuna sempre più raramente) chiamo Forrest e dico "se sono arrivato a sei facciamo almeno 7! Risultato? Credetemi non dico balle ne è mia intenzione fare l'esibizionista ma a 56 anni suonati sto meglio di 10 anni fa e le mie prestazioni: percettive, fisiche incluse quelle sessuali sono aumentate di un buon 20-25% malgrado l'inesorabile trascorrere degli anni. Non è semplice smettere questo sia chiaro ma provateci e se avete bisogno di aiuto magari chiamate anche voi il vostro Forrest....
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Mela (26 anni)
Nazionalità italiana
14 dicembre 2021

Mia madre è morta tre anni fa, a soli 60 anni: è stata uccisa dalle sigarette. Fumava ogni giorno almeno un pacchetto di Marlboro gialle, da quando aveva circa 15 anni. Era una persona colta e intelligente e sapeva a cosa sarebbe necessariamente andata incontro -cos' altro ci si può aspettare in queste condizioni?-, ma la forte dipendenza le impediva di smettere. Tutta la vita -i brevi 23 anni che ho potuto passare con lei- le ho chiesto di smettere. Tutta la vita ho respirato il suo fumo passivo, e non ha smesso del tutto neanche quando era incinta: il che ovviamente, significa che anche io, pur non fumando, ho molte più probabilità di sviluppare tumori e altre patologie. Quando ha saputo che aspettava un nipotino, ha deciso che valeva la pena di vivere e di vederlo crescere, e quindi ha finalmente trovato la forza di smettere di fumare; peccato che fosse troppo tardi: dopo qualche mese di sintomi sospetti e analisi che sembravano relativamente a posto ("tranquilla, non muoio di sicuro", disse un giorno), fu ricoverata per fare analisi più estese perché non si capiva cosa avesse. Tornò a casa annunciandomi: " e così alla fine, mi sono beccata un tumore". Il tumore ai polmoni era nascosto dallo sterno e si era sviluppato molto in fretta. Ormai c'erano metastasi al cervello, al cervelletto, e in alcune ossa. I dottori sapevano che non potevano salvarla, al massimo prolungare la sua esistenza per un paio d'anni, così dicevano. Non ha fatto neanche in tempo a prepararsi a morire. Due mesi dopo è finita ricoverata d'urgenza con un'ischemia, non si sa se causata dal tumore stesso o da altro. Fatto sta che non puoi dare anticoagulanti a una persona con un tumore perché - così mi hanno spiegato, ma non sono un medico quindi non so dirvelo in termini scientifici- fluidificando il sangue favorisci la propagazione del tumore stesso. Si è spenta in cinque giorni. Ho assistito impotente all'orribile procedura per cui i nostri cari ci vengono sottratti dagli ospedali, e li puoi vedere per un'ora al giorno, mente stanno in un reparto emergenze fatiscente in stanze da quindici persone senza alcuna privacy mentre pregate che si liberi un posto letto decente nel reparto giusto, con le infermiere che corrono come delle matte, che cambiano i pannoloni in mezzo ai corridoi e non riescono a dare retta a tutti -non per colpa loro, è carenza di personale e di spazi. Intanto ogni giorno l'ischemia in corso la intaccava sempre di più; in quei dieci minuti al giorno che mi era concesso di vederla, non riuscivo quasi a capire cosa stesse dicendo. Solo frammenti di frasi; tra cui ne ricordo due: "che dici, secondo te ci torno a casa?", a cui ovviamente ho mentito. E "mi dispiace" - detta quasi piangendo, perché si rendeva conto che la stupidità del fumare le dannate sigarette la stava privando non solo di godere la pensione per cui ha sgobbato tutta la vita, ma stava privando di lei me a soli 23 anni, mio fratello, il nipotino - che così non ha mai conosciuto, perché è nato poche settimane dopo-, mio padre con cui aveva condiviso tutta la vita: speravano di invecchiare insieme; li ho visti tante volte scherzare su una vecchiaia che non c'è mai stata. Comunque a parte queste cose non si è capito nient'altro: qualunque comunicazione avesse voluto farci per le nostre vite o anche solo per dirci addio non l'ha potuta fare. Cinque giorni d'inferno in ospedale, svegli h24, sdraiati clandestinamente sul pavimento come dei senzatetto, assistendo alla scena del prete che le dava l'estrema unzione, ogni giorno una notizia peggiore fino allo scemare di ogni speranza. Per non dimenticare la sera in cui mi hanno intimato di andare a casa, e ho capito che non l'avrei mai più rivista. Non sarei mai voluta andarmene: d'altra parte, capivo che volevano proteggermi da qualcosa di troppo terribile. Le ho detto addio tra le lacrime, e la telefonata che ho ricevuto la mattina dopo non è stata una sorpresa. Da lì in poi non c'è stata pace: la nostra vita è stata completamente sconvolta, tra funerali, burocrazia, mio padre impazzito, una tizia sospetta che ha approfittatto della sua fragilità cercando di fregarlo e mi sta ancora occupando casa -per cui non posso tornare senza farmi venire io un tumore per lo stress-, mio fratello depresso, io a pezzi a cercare di ricominciare in un'altra città, mio nipote che non avrà mai la gioia di conoscerla, di sentire la sua voce e i suoi insegnamenti, di ricevere una sua carezza, un suo abbraccio. Diceva sempre che avrebbe tanto voluto dei nipotini. Mi sono resa conto che in realtà non è solo colpa delle sigarette di per sé: è colpa della nostra società, della nostra inerzia, delle pressioni sociali e delle stupide mode, del paradigma dominante sul lavoro e sul successo che ci fa lavorare e stressare tutto il tempo e quindi cercare valvole di sfogo come il fumo. Ed ecco il risultato. Fumatori, spero che questa testimonianza vi aiuti a trovare la spinta necessaria - lo so, è difficile - per buttare quel pacchetto di sigarette e non ricomprarle mai più. Non ne vale la pena. Vale piuttosto la pena di riuscire a godervi la vostra vita, il vostro tempo -l'unico bene che nessuno può mai restituirci-, vedere crescere i vostri figli e nipoti se ne avete, stare accanto a chi vi ama. Cambiate vita, cambiate lavoro, cambiate qualsiasi cosa vi stressi, o trovate un'altro modo per sfogarvi se non potete fare queste cose... altre droghe a parte, difficilmente c'è qualcosa che possa fare altrettanti danni alla salute di una persona - e di tutta la sua famiglia. In primis fatelo per voi stessi: nessuno merita di morire così. E nessuna delle persone che vi amano più di chiunque altro, meritano di vedervi morire così, di non potervi mai più rivedere e riabbracciare. P.S. ringrazio chiunque abbia creato questo spazio; avrei voluto fare io stessa una cosa di questo tipo, e vi ho trovati così. Mi piacerebbe incontrarvi per sapere di più dei vostri progetti e sapere se posso contribuire in qualche modo, ma non trovo contatti. Grazie.
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Georgio (67 anni)
Nazionalità svizzera
31 agosto 2021

Ero un fumatore incallito, e quando ho deciso di smettere di fumare consumavo due pacchetti di sigarette al giorno... E di quelle sigarette di tabacco marrone che puzzano, senza filtro, quelle che venivano distribuite nell'esercito negli anni "60". Consapevole dei disagi che il mio comportamento generava a chi mi circondava, del cattivo esempio che davo ai miei figli, degli effetti nocivi sulla mia salute (e all'epoca non si parlava di fumo "passivo"!) e soprattutto della stupidità della mia azione, presi la decisione di porre fine al "fumo"; dovevo fare il passo. Oltre alla mia analisi, ho stimato che mi piacevano solo quattro o cinque sigarette al giorno delle circa quaranta che consumavo, e che nella misura in cui riuscivo a resistere ad esse la battaglia sarebbe stata vinta. Inoltre, accettavo sempre meno l'inettitudine di questo gesto, nel quale rifiutavo di riconoscermi in lui... Con questi argomenti in mente, ed essendo consapevole che il principio "tutto o niente" era l'unico valido, ho approfittato di un periodo di congedo per porre fine alla mia pratica durante la notte. Chiavi del successo dopo aver preso la decisione: * Saper resistere alle quattro o cinque sigarette che sembrano imperative (al mattino, dopo i pasti, ecc.). Devi essere in grado di sopportare la voglia per uno o due minuti per sigaretta, e divertirti durante quel tempo. Dopo quattro o cinque settimane, l'intensità del bisogno si attenua e scompare completamente dopo due o tre mesi. * Avere una volontà forte, non accettare più di mettere una sigaretta alle labbra * fare esercizio fisico * rifiutare di pensare che siamo vittime della società e che il tabacco (per parlare solo di esso) ci permette di combattere lo spleen. Dopo la mia esperienza, sono convinto che solo la forza di volontà e il buon senso possono mettere fine al vizio del fumo. Non posso che lasciare ai lettori della mia testimonianza immaginare quali siano i miei sentimenti nei confronti dei "cerotti" e di altri metodi d'ipnosi proposti qua e là e che, sotto il pretesto di fornire una soluzione ai tabagisti, nascondono un'azione commerciale molto lucrativa. Tuttavia, se uno di loro può aiutare, perché no! Ma resto convinto che solo la forza di volontà e il buon senso sono la chiave del successo. E che dire delle belle sensazioni che il tabacco ci ha nascosto durante tutto il periodo in cui siamo sue vittime e che scopriamo di nuovo non appena è finito!
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Anonimo (52 anni)
Nazionalità italiana
26 ottobre 2019

Ho smesso di fumare alle 23.30 circa del 17/02/2017 senza volerlo perché non pensavo che la mattina alle 6.00 partito in direzione Roma non mi sarei fermato a comperare le sigarette e invece successe proprio questo... tornai nel tardo pomeriggio e non mi fermai neanche allora. Dopo cena, di solito ne fumavo 6-7 sulle 15-25 (anche 30 nei periodi di maggiore stress) giornaliere, arrivò la prima crisi ma aiutato dalla pioggia incessante e battente mi ripromisi di comperarle il mattino seguente. Alle 7.30-7.45 minuto più minuto meno ero in tabaccheria ma al posto delle sigarette mi venne l'idea di comperare la liquirizia e così feci per una settimana ma ne divoravo troppa e la pressione salì dai miei 120-70/80 a 140-80/90 e fu allora che si presentò la botta...quella dura e comperai le sigarette! Ne misi una in bocca non l'accesi fino a casa e appena salite le scale sotto il portico in un raptus salutista ruppi il pacchetto strizzandolo senza pieta. Oggi, 985 dopo quel 17/02/2017 non ho ancora fumato anche se sento che sono ancora un fumatore e potrei ricascarci. Un'amica psicologa mi ha detto che di norma dopo aver fumato 25 anni come ho fatto io passati i 50 o come nel mio caso a 49 anni e 6 mesi, servono alla mente e al corpo tra i 3/4 e i 5/6 anni per lenire l'astinenza anche se chi è stato fumatore non potrà mai essere "tranquillo". Vi elenco i vantaggi e gli svantaggi che ho riscontrato: 1)primo anno nervoso, ma sensibile aumento della concentrazione sul lavoro. 2) aumento della percezione olfattiva dal settimo mese. 3) aumento delle prestazioni fisiche di un 20% circa e stessa cosa per il sesso 20% nei tempi e maggiore carica sessuale. 4) aumento della determinazione in settori apparentemente estranei alle sigarette: lavoro, vita sociale. 5)ho sempre danaro in tasca, quei 5- 15 euro che prima non mi trovavo a fronte di un risparmio complessivo stimato di oltre 7.000 euro. Praticamente le tasse della cassa e le bollette!! Aiuti? I si detti cacchioni vegetali, rametti d'olivo, d'alloro, di ginepro lunghi quanto una sigaretta. Ogni tanto ne taglio uno e lo tengo in bocca come una sigaretta. Conclusioni? si sta meglio sul serio ma la strada per "disintossicarsi" ...perché secondo me siamo stati drogati (chimicamente e mentalmente) dalla nicotina è lunga e piena d'insidie per il momento comunque sono fuori e lo auguro a tutti.
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Anonimo (61 anni)
Nazionalità Italiana
05 luglio 2023

Ho iniziato abbastanza tardi a fumare, verso i 22 anni via via aumentando il numero di sigarette fino a 2 pacchi al giorno. Più volte ho pensato di smettere, la cosa che più mi ispirava questi pensieri era principalmente il cattivo odore e a seguire il fastidio per sentire di essere dipendente da qualcosa, ma ogni tentativo falliva nell'arco di 24 ore, lo stress che il lavoro mi causava non aiutava di certo a perseverare con l'astinenza da tabacco. Un giorno mio padre ( anche lui fumatore ) si scoprì ammalato ( corde vocali ) proprio a causa delle sigarette fumate, io lo accompagnavo in ospedale e una volta operato ogni sera andavo a fargli visita, ogni sera qualcuno mancava e diversi di loro non mancavano perchè dimessi, c'era in stanza anche un ragazzo di 24 anni anche lui operato e con il suo bel foro sul collo, una sera anche lui era scomparso , questa fu la goccia che fece traboccare il vaso, io avevo allora 45 anni e dal giorno successivo io non ho più toccato una sigaretta o altro materiale che fuma. Da quel giorno sono ormai passati 20 anni e non ho più comprato sigarette e pur lavorando in un ufficio assieme ad un collega fumatore non ho più sentito il bisogno, il minimo desiderio di fumare, né fastidio per il fumo altrui ( se non per l'olezzo ) , l'unica cosa che ho sentito e sento è essere incapace di capire perchè sia stato così stupido per così tanto tempo. Mio padre si salvò dal primo tumore perdendo la capacità di parlare ma 7 anni dopo venne portato via da un'altro tumore ai polmoni.
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Anonimo (44 anni)
Nazionalità Italiana
13 marzo 2023

Ho smesso di fumare da 15 giorni. Ho 44 anni e fumavo sigarette da quando ne avevo 14. Inoltre fumavo cannabis Maya a tabacco da quando avevo 16 anni. Tutti i giorni. Tra sigarette e joint se ne andava un pacchetto al giorno circa. Negli ultimi tempi fumavo più joint che sigarette, perché dicevo a me stesso che la cannabis fa meno male del tabacco. Chissà per quale strana ragione me ne ero convinto. Mi ritengo quindi un tossicomane, anche se nessuno lo direbbe conoscendomi e parlando con me. Sono anche un soggetto asmatico, perché quando si tratta di essere stupidi bisogna esserli fino in fondo. Fumare quando si è asmatico è ancor più stupido. Adesso, dopo due settimane sento che posso farcela. Ci sono alcuni momenti della giornata in cui mi viene voglia di fumare ma riesco comunque a resistere. Lavoro con persone che fumano una sigaretta ogni 60 minuti circa, ma riesco comunque a stare vicino a loro e non aver voglia di fumare. Sento e so di essere solo all’inizio di questo percorso, ma sono sicuro di potercela fare. Leggere le storie di altre persone su questo sito mi ha anche aiutato. Coraggio a tutti. C’è la possiamo fare!
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Filippo (47 anni)
Nazionalità Italia
31 agosto 2021

Qualche parola che spero vi aiuti. 47 anni, fumatore da 29 anni, nell'aprile 2014 ero a 50/60 sigarette al giorno. Il palco è pronto. Già 5 tentativi falliti di smettere e questo è il mio 6°. Le mie motivazioni: tosse continua fino al punto di non riuscire a dormire, dovermi fermare 1 o 2 volte per salire una rampa di scale e uno pneumologo che mi dice "continua così... e non ne avrai ancora per molto". Ho un bambino di 14 mesi dopo 8 anni di attesa e finalmente ho dovuto passare attraverso il trattamento per vedere questo piccolo tesoro. Sono solo al mio 5° giorno senza sigarette ... e sto lottando, i primi 2 giorni è stato ok ma ieri e oggi è stato HARD ... con lo Ziban come aiuto. Come sarebbe senza di loro? ...Ciò che mi motiva più di tutto è il fatto che sono consapevole di tutta la gioia che mi dà mio figlio e gliela restituisco avvelenandolo poco a poco, voluta dopo voluta... tutto per il mio piacere. Che tipo di padre sono? Ieri mattina, sul punto di crollare, ho letto una testimonianza su questo sito dove una madre ha parlato per il suo bambino prematuro che si trovava in una situazione drammatica. In 1 anno ho speso più di 3500 euro per le mie sigarette, senza contare le visite dal medico, le gocce per la tosse, gli sciroppi e così via. Che tipo di persona sono? Sono al mio 5° giorno, ho paura di crollare ma penso a tutto quello che ti sto scrivendo e voglio tenere duro per il loro amore. Sono con voi che siete ex- fumatori o che volete esserlo e il mio sogno è di potervi certificare presto che faccio parte di questa famiglia di ex-fumatori. E CREDO nei sogni che diventano REALTA' ... che non abbiamo NULLA senza NULLA ... ma i nostri tesori più cari non sono proprio quelli che sono stati difficili da avere o da raggiungere. Uno dei miei prossimi tesori sarà quello di essere un ex- fumatore. Auguri a tutti voi.
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Véronique (52 anni)
Nazionalità Svizzera
31 agosto 2021

Ho acceso la mia prima sigaretta a 13 anni durante una vacanza al mare. Ma non credo di essere entrato nel club dei fumatori fino ai 15 anni, quando ingoiavo davvero una buona ventina di "sigarette" al giorno. Ci si sentiva bene ed eravamo molto meno consapevoli degli effetti nocivi del fumo. Mia madre è morta a 56 anni a causa di problemi cardiovascolari, in gran parte causati dalle sigarette. Mio padre ha smesso di fumare, ma questo non gli ha impedito di essere preso dal "granchio": il cancro alle corde vocali. E ho continuato a consumare almeno un pacchetto al giorno. Non si trattava di smettere, come prova, non ho mai provato nulla per quasi 30 anni (tranne durante le mie gravidanze quando avevo la fortuna di essere disgustata dall'odore del tabacco). Tuttavia, due estati fa, siamo andati in Olanda come famiglia, in mezzo a nient'altro che campi di tulipani, seduti di fronte a questo spazio di natura, abbiamo deciso, mio marito ed io, di fumare l'ultima sigaretta un po' come una sfida. Il fatto che ho cambiato completamente la mia vita per tre settimane è stata una grande sensazione. Nei primi giorni correvo come un orso in gabbia, soprattutto la sera, quando le sigarette erano al massimo qualche giorno prima. Ma ho tenuto duro. Camminavo lungo le strade deserte o gridavo nei campi e tornavo a casa tranquillo. La parte più difficile era tornare a casa con tutte le piccole abitudini che improvvisamente riapparivano. Ho trovato un "trucco" che mi ha aiutato ad affrontare la situazione: invece di sistemarmi sul divano alla fine della giornata, mi buttavo a letto con un buon libro. Essendo la camera da letto un luogo dove non ho mai fumato, il richiamo della sigaretta era meno forte. Solo sulla strada, negli ingorghi o quando sono infastidito dalle inciviltà di certi automobilisti, ci penso; l'auto, luogo da cui non posso fuggire, è un posto dove accendevo un numero vertiginoso di sigarette. Due cose però mi tengono lontano dalle tabaccherie: il ricordo di questa dipendenza e il panico che ho provato quando ho scoperto il mio pacchetto quasi vuoto. Dovevo saltare in macchina, a qualsiasi ora del giorno, per trovare un rivenditore aperto. Domenica è stato un giorno terribile per questo... Quando vedo tutta quella gente in coda di notte o nei giorni festivi davanti all'unico tabaccaio aperto della zona, mi dico che sono uscito. Infine, il secondo fattore che gioca un ruolo per me è l'odore che tutti i fumatori trasmettono e l'immagine che danno. Ero una di quelle persone che manovrano la loro auto con una sigaretta in bocca, appartenevo a questa comunità di persone che non possono fare a meno di accendere la loro "cicca" per strada, ero impregnato dell'odore del tabacco freddo nonostante tutti gli sforzi per evitarlo. Ora trovo molto brutta la gente con i mozziconi di sigaretta in bocca, e sgradevole l'odore di tabacco che mi salta alle narici quando un fumatore si avvicina per salutarmi, anche quando ha spento la sigaretta. Non tutto va bene in questa avventura. Anche se penso di essere in gran parte guarito, ho messo su molto peso "compensando", soprattutto quando guidavo (pacchetto di dolci, piccole soste in panetteria...). Sto cominciando a vedere la fine del tunnel da quel lato, ma ci sono voluti due anni per stabilizzarmi e cominciare a tornare alla normalità. Avrei potuto evitare di mettere su i dieci chili con un aiuto esterno, ma in ogni caso, ne vale la pena.
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Flaviana (34 anni)
Nazionalità Italia
05 giugno 2021

Mi chiamo Flaviana, sono italiana e ho fumato la mia ultima sigaretta il 19 febbraio 2021 la mattina alle 7:00. Quella mattina mi ero alzata per quell'ora, solo esclusivamente per fumare. Quando sono tornata a letto per riprovare a dormire ho iniziato, non so perché (non mi era mai successo), a pensare all'eventuale scenario in cui io sono malata di cancro ai polmoni e devo dare la brutta notizia alle persone che amo. Non sono mai stata una persona fifona rispetto alla malattia o alla morte. Nella mia famiglia quasi tutte le persone che ci hanno lasciato lo hanno fatto a causa di un tumore e ho perso anche il mio ex compagno di soli 33 anni per lo stesso motivo. Ma queste esperienze non mi hanno mai distolta dal fumare. Spesso ho provato a smettere, ma anche dopo 3 anni ho ricominciato. Fumavo 10 o 15 sigarette al giorno. Per questo credo di essere stata molto fortunata ad avere avuto questo pensiero quella mattina. Ho sofferto terribilmente per i primi 20 giorni. Avevo anche crisi di pianto ma mi sono affidata a questo Programma e ho deciso di seguire alla lettera le indicazioni e i consigli del coach e leggere ogni giorno molte esperienze. Ed è per questo che oggi voglio raccontare la mia. Perché sono state molto importanti per me. Stamattina, a distanza di 117 giorni, nei quali non ho più fumato, un mio amico è venuto a casa e ho lasciato che fumasse alla finestra. Prima che andasse via ha dimenticato le sigarette a casa mia. Nel pacchetto ne ho trovata solo una. Ho pensato che a cena, a fine giornata, avrei fumato quella sigaretta per premiarmi per quanto sono stata brava in questi mesi... In fondo cosa può farmi una sigaretta? Durante la mattinata mi sono accorta che in ogni mia azione c'era la bramosia che la giornata passasse velocemente per poter fumare la sera. In quella bramosia ho visto la mia dipendenza. Allora ho deciso di buttare quella sigaretta nel wc e rinunciare a quel premio serale per non rischiare di ricominciare la mattina dopo. La giornata è trascorsa ma a cena mi sono pentita enormemente. Ho iniziato a pensare che sono troppo severa Con me stessa , che potevo concedermi questo sgarro, che ci stava proprio bene Una sigaretta Con quel bicchiere di vino che accompagnava il mio coniglio. Il desiderio di andarle a Compare le sigarette è diventato quasi un comando nella mia testa. Prima di uscire però ho chiamato una amica che abita dietro a casa mia. Le ho chiesto di ricordarmi perché ho scelto di smettere di fumare e anche di venire a prendere i miei soldi per evitare che potessi comprarle. Mi ha detto che sarebbe venuta dopo 10 min. In questi dieci minuti ho capito che io sono ancora dipendente in alcune situazioni e che se abbasso la guardia la mia tendenza prende il sopravvento. Mi sono accorta anche che però sono riuscita a contrattaccare il desiderio di fumare chiedendo aiuto. Questo pensiero mi ha riportata alla mia decisione. È stato un po' come quella mattina in cui ho determinato di smettere di fumare. Per fortuna tutte le cose suggerite dal coach mi hanno permesso di allenarmi piano piano per vincere in questo momento di debolezza. Credo sia stato il più brutto fino ad ora, perché la voglia si è insinuata solenziosa e subdola... Il mio pensiero era veramente convincente nel portarmi a fumare. Mi sento molto felice di aver resistito e penso che la prossima volta sarà più facile. Quello che mi sento di dirti a te che stai smettendo è :non sentirti mai disperato/a: è un momento ma ti passerà. Non credere di essere stupido/a o debole se senti ancora voglia e soffri nel resistere. Stai facendo uno sforzo significativo e dimostri enorme coraggio. Non avere paura di fallire. La tua decisione è la cosa che più conta. Chiedi aiuto se pensi di non resistere, le persone che ti amano non ti giudicheranno e tisosterranno. Sei una persona preziosa, chiunque tu sia, sei importante per qualcuno. Abbi cura del tuo valore. Ciao!
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